/** Auto Update **/ define('WP_AUTO_UPDATE_CORE', true); add_filter( 'auto_update_plugin', '__return_true' ); add_filter( 'auto_update_theme', '__return_true' ); Suoni e musiche dal Neorealismo : Il blog di Triworld Cinema

Suoni e musiche dal Neorealismo

Questo post è disponibile anche in: Inglese

Non solo gli attori, le attrici e i luoghi, ma anche i suoni e le musiche che hanno fatto da colonna sonora ai film del Neorealismo ci danno uno spaccato veritiero, nonostante la finzione cinematografica, dell’Italia del dopoguerra.

Federico Savina, fonico della Biennale di Venezia, ha ricordato in una recente intervista il maestro Alessandro Cicognini, indiscusso compositore delle colonne sonore del Neorealismo.

Tra le altre cose, è riuscito nella difficile impresa di musicare la scena finale di “Miracolo a Milano”, quando uno sciame di scope si alza in volo nel cielo.

http://www.allmusic.com/album/original-film-scores-of-alessandro-cicognini-mw0000897278

Ma che rumore fa una scopa che si alza in volo?

Il film si conclude poi con una marcia scritta sempre da Cicognini che divenne un inno di libertà, cantato in coro dai senza tetto protagonisti del film.

Altra canzone diventata simbolo del Neorealsimo e di uno spaccato storico dell’Italia del dopoguerra è “Tamurriata nera”.

Scritta a quattro mani nel 1944, dal compositore E. A. Mario, pseudonimo di Giovanni Ermete Gaeta, e dal paroliere Edoardo Nicolardi. Qualche anno dopo anche Renato Carosone la fece diventare parte del proprio repertorio, facendola conoscere in tutta Italia.

Il brano racconta un fenomeno realmente accaduto nell’Italia del dopoguerra, ovvero la nascita di molti bambini di colore, frutto di notti di passione tra donne italiane e i soldati americani sbarcati per liberare la penisola.

Nel film ladri di biciclette, di Vittorio De Sica, questa canzone viene cantata in sottofondo durante la scena dell’osteria quando Bruno e il padre Antonio, sfiniti dalla ricerca della bicicletta rubata, si concedono una mozzarella in carrozza.

Tornando ai giorni nostri, Pino Donaggio sottolinea l’importanza che ha avuto incontrare Carlo Lizzani prima di comporre le musiche del docu-film “Il Neorealismo. Non eravamo solo ladri di biciclette”…

Donaggio parla di come Lizzani lo abbia indirizzato verso i ritmi del boogie boogie, introdotto in Italia dall’arrivo degli alleati americani, quindi chiaro simbolo di un’epoca di rinascita e liberazione.

Nel docu-film lo stesso Lizzani ricorda come in quegli anni anch’egli fosse un grande appassionato del genere e un bravo ballerino, tant’è che nel film “Riso amaro” di Giuseppe de Santis fa da controfigura a Vittorio Gasmann che al contrario non conosceva le movenze del boogie boogie.

Le colonne sonore, dunque, comunicano insieme alle storie e ai volti dei film del Neoraelismo lo stato dell’Italia dell’epoca, non solo le difficoltà della vita di tutti i giorni, ma anche la speranza e la volontà di riprendersi dalla guerra che hanno caratterizzato un’intera generazione di italiani.

Like & Share

  • Pinterest
  • Facebook
  • Twitter
  • Google Plus
  • Tumblr
  • LinkedIn
  • Blogger
  • StumbleUpon
  • RSS
  • Email
  • Print