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Attore, comico, regista, sceneggiatore, produttore e poeta italiano, nato in una famiglia modesta di fruttivendoli di Campo de Fiori, Aldo Fabrizi era un vero romano DOC che non perse mai il suo tocco “popolano”.
Iniziò la sua carriera nelle sale da musica e spettacoli di varietà negli anni ’30 dove proponeva una serie di personaggi “romaneschi” esilaranti, sino a fondare una propria compagnia teatrale, la quale, sul finire del decennio vide l’esordio di un altro grande caratterista romanesco, Alberto Sordi.
Esordì nel cinema negli anni ’40 nel film di Mario Bonnard, “Avanti c’è posto” (1942) al quale seguì “Campo de’ fiori” (1943) sempre diretto da Bonnard, e “L’ultima carrozzella” (1943) per la regia di Mario Mattòli, riproponendo alcune delle sue macchiette già proposte nel verità.
La grande occasione arriva con la proposta di Roberto Rossellini che lo scrittura per interpretare don Pietro Morosini, che si sacrificò durante l’occupazione nazista della capitale finendo fucilato. Questo ruolo nel capolavoro “Roma, città aperta” (1945) porta Fabrizi alla fama internazionale.
Nella recensione sul New York Times, Bosley Crowther scrisse:” L’eccezionale performance di Aldo Fabrizi come il sacerdote, che abbraccia con dignità e umanità il ruolo più impegnativo”.
Seguirono innumerevoli ruoli nella commedia di quegli anni, spesso affiancato da altri due mostri sacri della comicità italiana: Totò con il quale interpretò “Guardie e ladri” (1951), “I tartassati” (1959), e “Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi” (1960), e con Peppino De Filippo in “Signori in carrozza” (1951), “Accadde al penitenziario” (1955) e “Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo” (1956).
Nel 1964 approdò a Broadway con ” Rugantino ” nel ruolo del boia Mastro Titta, un musical presentato in italiano con sottotitoli in inglese e che registra il tutto esaurito in ogni replica.
Appassionato di cucina, di pasta in particolar modo, scrisse diverse ricette e dedicò al cibo anche alcune poesie in dialetto romanesco.
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