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Dopo tanti omaggi ai grandi maestri del neorealismo, torniamo ai film e alle nostre personali classifiche.
Oggi vi proponiamo cinque delle più belle, intense ed emozionanti scene finali dei capolavori del neorealismo:
“Roma città aperta” Roberto Rossellini
La sequenza simbolo del cinema neorealista rimarrà sempre la scena finale di ” Roma città aperta”.
Un ruolo difficile quello di Pina, interpretato magistralmente da Anna Magnani ispirato da Teresa Gullace, una donna italiana uccisa dai soldati nazisti, mentre tentava di parlare col marito prigioniero dei soldati tedeschi.
“Miracolo a Milano” di Vittorio De Sica
Uno dei primi ad utilizzare effetti speciali, De Sica per questo film “fiabesco” spese oltre 180 milioni di lire, coprendosi di debiti per diversi anni.
“Germania Anno Zero” Roberto Rossellini
Sicuramente la scena più scioccante del cinema del dopoguerra. Rossellini ha dichiarato che voleva “raccontare una storia di un bambino, di una creatura innocente che una distorta educazione utopica induce a commettere un omicidio nella convinzione che di eseguire un gesto eroico, ma la fievole luce della morale non si è ancora estinta in lui e guidato da quei piccoli bagliori di coscienza, confuso, si suicida”.
“Mamma Roma” Pier Paolo Pasolini
Nella sequenza finale, in cui Ettore è legato al letto di contenzione, Pasolini vuole creare un senso di angoscia lungo, doloroso, attraverso il delirio del ragazzo morente e il dolore lancinante di Mamma Roma mentre ripensa e guarda gli edifici che ha sognato di abitare, ormai simbolo della sua sconfitta.
“Il Sorpasso” Dino Risi
Il sorpasso è considerato uno dei migliori film della commedia italiana di sempre e un ritratto struggente d’Italia nei primi anni ’60. Una forte critica sociale al “miracolo economico” che stava iniziando a trasformare il paese da una società tradizionalmente centrata sulla famiglia in una individualistica e consumistica.