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Alessandro Rais, Storico del Cinema, Fondatore della Sicilia Film Commission e attualmente Direttore dell’Assessorato Regionale al Turismo, Sport e Spettacolo della Regione Siciliana, ci ha fornito in quest’intervista una lezione magistrale sul Neorealismo.
Abbiamo chiesto ad Alessandro Rais di inquadrare storicamente il contributo dato dal Neorealismo alla cinematografia italiana e mondiale e lui ci ha risposto con grande competenza e generosità. Ne è emersa una riflessione ricca di riferimenti, talvolta insoliti, ma di grande utilità per comprendere il movimento cinematografico italiano che più di tutti ha segnato l’immaginario collettivo mondiale.
Quali caratteristiche del Neorealismo il cinema contemporaneo dovrebbe recuperare?
Rais ci mette in guardia dagli stereotipi legati al Neorealismo, riguardo agli attori presi dalla strada o ai set presi solo dalla realtà.
Secondo lo storico italiano del cinema gli elementi distintivi del Neorealismo si devono rintracciare altrove, ovvero in quell’urgenza di allontanarsi da tutti i dogmi dell’epoca, seppure nelle ristrettezze economiche e nella mancanza di mezzi.
Alessandro Rais si spinge oltre e indica proprio negli impedimenti che le produzioni di quell’epoca hanno incontrato sulla loro strada, gli elementi che hanno condizionato maggiormente la poetica dei cineasti del Neorealismo, diventandone la forza.
Le produzioni cinematografiche contemporanee dovrebbero recuperare quella forza che forse oggi appartiene solo alle forme migliori di documentarismo e superare l’attuale passività del mercato.
Alessandro Rais conclude l’intervista con grande ironia, e citando Steve Jobs azzarda una definizione del Neorealismo che inizia con: Affamato, Povero e…