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Oggi, a solo un giorno dalla scomparsa di Carlo Lizzani, sentiamo più che mai il desiderio di non cedere alla retorica dell’autocommiserazione, preferendole di gran lunga il desiderio di celebrarne il grande contributo creativo e culturale fornito alla cinematografica italiana e mondiale.
Pochi ricordano che Lizzani fu prima di tutto un saggista e critico cinematografico affermato tanto che la sua Storia del Cinema Italiano iniziata nel 1953 viene ristampata ancor oggi. Sembra uno scherzo del destino ma l’ultima opera a cui Carlo Lizzani ha lavorato è stata una vera e propria lezione di cinema: Il Neorealismo. Non eravamo solo… ladri di biciclette.
Documentario prodotto da Triworld Cinema e co-diretto con il caro amico Giovanni Bozzacchi.
Il Documentario sul Neorealismo, inserito nella sezione Classici Veneziani della 70^ Mostra del Cinema di Venezia costituirà uno strumento di approfondimento di grande importanza per le future generazioni, come attestato dall’adesione concessa ad esso dalla Presidenza della Repubblica italiana.
Il Neorealismo. Non eravamo solo… Ladri di biciclette. Mette in luce tutta una serie di aneddoti legati alla lavorazione dei film a cui Lizzani partecipò nelle vesti più varie: dall’aiuto sceneggiatore in Riso Amaro di Giuseppe De Santis 1949, in cui si prestò come “controfigura” di un già affermato Vittorio Gassman per un boogie woogie con la giovanissima Silvana Mangano. Dal documentarista (Qualcosa nel Mezzogiorno è cambiato, 1950) al regista di film (Achtung! Banditi! 1951. Cronache di Poveri Amanti, 1954.), allo sceneggiatore per Rossellini in Germania anno zero, 1949.
Con più di 80 film per il cinema, e altrettanti per la televisione, all’età di 91 anni, la persona che avemmo l’onore di incontrare pochi mesi fa è stato un uomo colto, pacato e di grande umanità.
Per ricordarlo abbiamo scelto un’antologia di immagini per conservarne proprio quest’immagine, ricca di pacatezza e discrezione, da gentiluomo d’altri tempi.
Quegli uomini di cui si sente forte la mancanza quando ci lasciano.