Questo post è disponibile anche in: Inglese
Pino Donaggio, musicista veneziano di formazione classica, negli anni ’60 raccolse notevoli riconoscimenti con la musica leggera, tanto che suoi brani come “Io che non vivo (senza te)” divennero successi in tutto il mondo e furono interpretati da cantanti quali Elvis Presley.
La sua carriera di compositore per il cinema iniziò relativamente tardi, quando nel 1973 conobbe il regista Brian De Palma con cui nacque un sodalizio artistico che durò più di vent’anni e lo consacrò a livello mondiale come uno dei più ricercati compositori di colonne sonore.
Alla nostra domanda su cosa lo abbia convinto a partecipare al progetto del documentario prodotto da Triworld Cinema sul Neorealismo, Pino Donaggio risponde ironicamente che del Neorealismo sapeva poco perché fortunatamente era troppo giovane a quel tempo.
Della partecipazione al progetto invece rivela che ancor prima di conoscerne i dettagli, i rapporti professionali e di amicizia maturati nel tempo con il co-regista Giovanni Bozzacchi ed il montatore Roberto Silvi lo avevano già convinto a prenderne parte.
La prima occasione per parlare della musica fu durante una conversazione informale con Carlo Lizzani che gli indicò nel boogie-woogie il sottofondo che gli americani portarono in Italia durante la liberazione e che divenne la musica ufficiale degli anni del Neorealismo.
La prova più difficile e la soddisfazione più grande nel musicare il Neorealismo?
Pino Donaggio ci parla dello scrupolo costante nel non sovrapporre le proprie musiche a quelle originali dei film neorealisti e dell’orgoglio di poter musicare gli interventi di così tanti registi famosi in una sola occasione: dai Fratelli Taviani a Ermanno Olmi, da Martin Scorsese a Bernardo Bertolucci, e con un sorriso entusiasta sembra volerlo chiedere a noi “quando mai mi sarebbe potuto succedere di musicarli tutti in una volta sola?”
Approfittiamo in fine della simpatia e della generosità di Donaggio per porgli un’ultima domanda.
Cosa vede nel futuro del cinema? C’è ancora spazio per il Neorealismo?
Secondo Pino Donaggio esiste la possibilità che si ritorni per vie diverse al Neorealismo, anche con nomi diversi se serve, l’importante è che l’industria cinematografica abbia il coraggio di investire nella creatività delle giovani generazioni.